
Milano è una delle capitali della moda a livello mondiale insieme a Parigi, New York e Londra. Nonostante l’attenzione alle ultime tendenze si respiri in tutta la città, il vero cuore pulsante è senza dubbio Via Monte Napoleone, fulcro del famosissimo Quadrilatero della moda. Il distretto incorniciato tra Via Monte Napoleone, Via Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia, racchiude la maggior concentrazione di boutiques ready to wear.
Ma perché Via Montenapoleone si chiama così? Dite la verità: è una di quelle cose che almeno una volta nella vita ce lo siamo chiesti tutti.
La famosa via Monte Napoleone ha cambiato nome più volte nel corso dei secoli. In epoca romana questa era chiamata con un altro nome di cui purtroppo non è rimasta testimonianza, segue il tracciato delle mura della città, di cui in numerosi negozi agli ultimi numeri civici vi sono ancora tracce e resti. Questa struttura viene conservata fino all’epoca medievale, quando prende il nome di Contrada di Sant’Andrea. In questo periodo l’area è occupata da chiostri e conventi dei più importanti ordini religiosi, ognuno circondato da ampi e rigogliosi orti, che si estendevano fino alla zona del Naviglio.
In seguito invece sarà rinominata via Monte di Santa Teresa, quando nell’Ottocento Maria Tersa d’Austria fece aprire un banco dei pegni (un monte) al civico 12.
Dopo essere rimasto chiuso per una decina d’anni, con il passaggio alla Repubblica, Napoleone riapre la banca, rinominata poi in suo onore proprio Monte Napoleone. Una volta terminata la dominazione napoleonica, la via diventerà la sede principale della resistenza del famoso evento di Cinque Giornate. È proprio a cavallo del ‘700 e dell’800 che via Monte Napoleone vede una lunga lista di personaggi storici ad abitare tra i suoi palazzi. Carlo Porta e Tommaso Grossi, poeti e amici, sono per esempio dirimpettai: l’uno viveva al civico 1, l’altro al numero 2. Un altro nome di spicco associato a questa via è Giuseppe Verdi, in quanto è proprio qui che compose il “Nabucco” nel 1840.
Durante i secoli successivi via Monte Napoleone è stata continuamente sottoposta a ricostruzioni sontuose che seguivano i dettami del periodo neoclassico, di cui Palazzo Marliani, Palazzo Melzi di Cusano e Palazzo Gavazzi sono splendidi esempi. Da allora il distretto diventa ufficialmente la sede delle famiglie aristocratiche più ricche e così sarà fino al 1800, quando nella via fanno la prima comparsa le boutique di lusso. Negli anni ’50 via Monte Napoleone conquista il titolo di strada commerciale fra le più importanti al mondo, suscitando per la prima volta l’attenzione del turismo internazionale.
La via simbolo del quadrilatero milanese ha riscosso grande interesse non solo nel settore del fashion e del lusso. Per esempio Carlo Vanzina ha intitolato per esempio una sua commedia del 1987 “Via Monte Napoleone”, ma le curiosità non finiscono qui. La celebre via è famosa anche per ospitare il Museo del Rasoio, probabilmente una delle più ricche esposizioni legate al mondo della rasatura, grazie agli importanti e antichi reperti e alla presenza di oggetti personali di figure di spicco come Gabriele d’Annunzio. Infine, per i più curiosi, un’ultima particolarità: via Monte Napoleone è l’unica via di tutta la città a poter essere percorsa in auto esclusivamente a partire dal centro della strada in direzione dei limiti esterni, in quanto proprio dalla parte centrale della via partono due sensi unici in direzioni opposte.