Dalle corti interne delle meravigliose ville liberty ai siti che testimoniano la ricca storia cittadina, Milano non smette mai di sorprendere. Una Milano segreta, una Milano nascosta, una Milano sotterranea.
Non tutti sanno che soprattutto nella zona di Brera molti sono stati gli ospiti illustri che nel corso dei secoli hanno soggiornato nelle splendide dimore o negli stabili popolari del centro di Milano.
Al numero 4 di Via Brera per esempio a cavallo tra il ‘700 e l’800 visse l’inventore della pila elettrica Alessandro Volta che giunse a Milano grazie all’interesse di Napoleone Buonaparte.
Cesare Beccaria, giurista filosofo e letterato invece nacque proprio nel palazzo omonimo situato in Via Brera 6. Beccaria abitò e scrisse la maggior parte delle sue opere tra queste mura. Sempre qui nacque sua figlia, Giulia Beccaria, futura madre di Alessandro Manzoni.
Sempre in Via Brera, strada carica di memorie, numerosi sono gli altri ospiti illustri come Carlo Dossi che a metà dell’ottocento visse in Via Brera 11 o Lalla Romano che nella casa di Via Brera 17 compose i suoi capolavori. Allo stesso numero abitò a lungo anche Camilla Cederna insieme alla madre Ersilia. Ogni pomeriggio le due donne aprivano i loro salotti ad amici e conoscenti come Federico Fellini.
Spostandoci invece verso P.zza San Marco e più precisamente nell’ex convento degli Agostiniani troviamo che nel 1770 giunse un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart per esibirsi al teatro Ducale.
In tempi decisamente più recenti, intorno al famoso Bar Jamaica che aprì nel 1911, diversi personaggi in vista della Milano del tempo iniziarono a frequentare la zona, tra questi il musicologo Giulio Confalonieri, cui si deve il nome con cui lo conosciamo oggi. La storia narra che Confalonieri, ispirato dal film La Taverna della Jamaica di Alfred Hitchcock, abbia suggerito ai proprietari dell’epoca di chiamare il proprio bar con il nome Jamaica e da qui parte la sua leggenda.
Il bar diventò il luogo prediletto degli artisti che frequentavano la vicina accademia ed è sempre qui che trovano spazio per le loro prime mostre che si scontravano con i tradizionalisti dell’arte. In breve tempo il bar Jamaica diventò il Caffè degli Artisti, una sorta di “casa” per le personalità della vita intellettuale milanese, un luogo, dove incontrarsi e discutere, litigare, scambiare idee, ma anche solo per fare una partita a carte, bersi un buon caffè e un ottimo bianchino.
Tra questi Piero Manzoni che aveva casa in Via Cernaia 4 e lo studio in Via Fiori Chiari 16 e Luciano Bianciardi, scrittore traduttore e giornalista che viveva in una stanza in una pensione di Via Solferino 8. Bianciardi durante la sua carriera descrisse La Brera bohemienne, quella delle osterie economiche degli artisti senza soldie dell’Accademia, dei caffè, della Pinacoteca e delle pensioni insomma della Montmartre milanese.
Fonti: Le case Straordinarie di Milano – Paolo Melissi