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Cultura

ERMENEGILDO CASTIGLIONI,ALL’ORIGINE DI PALAZZO CASTIGLIONI

Poco tempo fa abbiamo parlato di palazzo Castiglioni, noto a molti come  manifesto artistico del Liberty milanese.

Ma da dove arrivò la ricchezza che permise la costruzione di un edificio dotato di un’eleganza e peculiarità di tale rilievo?

Per rispondere a questo quisito bisogna risalire al 3 aprile 1812, quando, a Milano, nacque da Nicola e Maria Finetti, Ermenegildo Castiglioni.

A causa delle modeste condizioni economiche della famiglia, prima ancora del termine degli studi avviati nel seminario arcivescovile questo cominciò a lavorare come dipendente in una rivendita di vini e liquori.

Grazie a un innato e non comune fiuto per gli affari aprì poco dopo un’attività in proprio diventando dapprima uno dei principali imprenditori del settore e successivamente anche padrone di due stabilimenti coloniali a Milano, in corso Garibaldi, e a Barletta.

Essendo un uomo intraprendente ed eclettico, si dedicò inoltre con successo, fin dal 1850, al commercio di cascami di seta, aprendo in seguito una propria filanda.

Ebbe poi la capacità di investire l’ingente patrimonio destinando una significativa quota nel settore immobiliare, promuovendo la costruzione di imponenti edifici capaci di segnare il volto della Milano del suo tempo.

Tra le opere di maggior rilievo ricordiamo  due grandi isolati di case nel sobborgo di Porta Garibaldi tra gli attuali corso Como e via Massimo d’Azeglio, demoliti intorno al 1960.

Proprio in corso Garibaldi n. 8, nella medesima zona dove egli aveva trasferito fabbrica e magazzini, scelse di stabilire la sua residenza cittadina.

Democratico e repubblicano, si occupò anche di politica aderendo alla Giovine Italia e aiutando molti liberali. Fu amico di Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo e Giuseppe Ferrari e di altri protagonisti dell’età risorgimentale, tra cui Maurizio Quadrio, in memoria del quale, nel 1886, fece edificare, sempre su progetto di Borioli, un asilo infantile tuttora esistente.

Racimolato un patrimonio di tale entità si fece onore decidendo di donare parte del denaro a numerose istituzioni assistenziali milanesi: 300.000 lire all’Ospedale Maggiore, 100.000 al Pio Albergo Trivulzio, 100.000 al Pio Istituto Rachitici, solo per citarne alcune.

Venne a mancare il 25 dicembre 1896, e come tutti i grandi uomini non si fermò fino al giorno prima della sua morte, avvenuta alla veneranda età di 81 anni.

Ermenegildo Castiglioni fu sepolto al Cimitero Monumentale di Milano e sulla tomba, ornata dallo scultore Ernesto Bazzaro, volle che vi fosse scritto “credente in Dio”, un detto di Mazzini.

Sebbene adottò i fratelli Angelo, Giuseppe e Pietro Marazzi, questi gli premorirono, lasciando come erede universale della sua fortuna, in assenza di moglie e figli naturali, il figlio di Giuseppe Marazzi, l’ingegnere Ermenegildo, che associò al cognome Marazzi quello di Castiglioni ed è ricordato nella storia dell’architettura milanese per avere commissionato il sopracitato celebre palazzo di Corso Venezia.